Se pensate che andare in pensione a 67 anni sia troppo, preparatevi: dal 2025 forse non sarà possibile uscire dal lavoro prima dei 70 anni.
Bisogna sempre essere pronti al peggio. Soprattutto quando si parla di pensioni che sono il tema più scottante ogni anno quando si arriva in prossimità della manovra di Bilancio. Infatti il Governo, tutti gli anni, deve mettere nero su bianco cosa si può e cosa non si può fare in base alle risorse economiche a disposizione.
E quest’anno le risorse sono ancora più esigue di quel che credeva: appena 20 miliardi di euro. Considerando che l’Italia non può più permettersi di fare debito, l’Esecutivo dovrà farsi bastare 20 miliardi per riconfermare il taglio del cuneo fiscale – che da solo costerà 10 miliardi – e l’abbassamento delle aliquote Irpef.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiarissimo: bisogna razionalizzare la spesa! In gergo comune significa una sola cosa: da qualche parte bisogna pur recuperare un po’ di soldi! E le risorse potrebbero essere recuperate proprio aumentando ulteriormente l’età pensionabile.
Pensioni, prepariamoci al peggio: dovremo lavorare fino a 70 anni
Ad oggi l’età pensionabile in Italia è pari a 67 anni e a molti – forse alla maggioranza dei lavoratori – sembra già eccessivamente spostata in avanti. Ma il peggio potrebbe ancora arrivare visto che qualcuno ha proposto di farci andare in pensione a 70 anni.
Un tempo era abbastanza comune che le persone riuscissero ad accedere alla pensione a 60 anni o anche prima. Oggi sembra un miraggio. A parte rari casi di persone con disabilità o appartenenti a categorie molto specifiche, quasi tutti, per andare in pensione dovremo rispettare le regole fissate dalla legge Fornero del 2011.
Secondo la legge Fornero, infatti, per poter andare in pensione è necessario avere almeno 67 anni di età e non meno di 20 anni di contributi. Inoltre, altro requisito fondamentale, bisogna aver maturato un assegno previdenziale pari o superiore all’importo dell’Assegno sociale. Diversamente si dovrà continuare a lavorare.
Nelle ultime ore, però, qualcuno ha suggerito di portare a 70 anni l’età pensionabile. Non per tutti ma solo per una categoria particolare: i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Ad oggi, questi lavoratori, se raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, sono obbligati a lasciare il lavoro a 65 anni.
Chi, invece, non soddisfa tali requisiti deve attendere, come tutti gli altri, di aver compiuto 67 anni. Il Governo vorrebbe abolire tali soglie limite e permettere ai lavoratori statali di lavorare fino a 70 anni se lo desiderano. Questo avrebbe un duplice beneficio.
I lavoratori avrebbero una pensione più alta in quanto a 70 anni avrebbero certamente più contributi. Lo Stato risparmierebbe un mucchio di soldi evitando nuove assunzioni dopo i pensionamenti. Dove sta allora il problema? Il problema è lampante: più tardi vanno in pensione gli attuali lavoratori e più tardi verranno assunti i giovani. Continuare a spostare in avanti l’età pensionabile può solo peggiorare il dramma della disoccupazione giovanile.