Sappiamo quante tasse dobbiamo pagare se accettiamo l’eredità di un defunto? Ecco quello che c’è da sapere.
Tasse e eredità, un argomento sempre spinoso e delicato, come tutto quello che ruota intorno alle nostre tasche. Quali tasse dobbiamo pagare quando accettiamo l’eredità di un parente defunto? Prima di capirlo si rende necessaria una premessa: nella cosiddetta successione legittima – cioè quella che avviene per legge in mancanza di un testamento – l’accettazione dell’eredità non è obbligatoria.
In sostanza l’eredità è un diritto, non un obbligo. Non ci sono automatismi. Solo quando avremo accettato di ereditare – espressamente o tacitamente – si “attiveranno” i diritti e i doveri conseguenti. La legge stabilisce però che fino a quando l’eredità non viene accettata l’imposta sull’eredità ricade anche sui chiamati all’eredità che non non hanno rinunciato.
In pratica siamo tenuti al pagamento dell’imposta di successione fino a quando non rinunciamo all’eredità. Nel caso in cui non rinunciassimo e accettassimo l’eredità, quali tasse saremmo chiamati a pagare?
A spiegare quante tasse devono pagare gli eredi – e i chiamati che non hanno rinunciato – provvede l’avvocato milanese Sebastiano Stufano su Corriere Economia. In caso di successione le imposte da pagare sono sostanzialmente queste: imposta di successione e imposte ipotecarie e catastali (quest’ultima in presenza di immobili).
Altra cosa da sapere è che le aliquote dell’imposta di successione non sono sempre le stesse: cambiano in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi. Per il coniuge e i parenti in linea retta l’aliquota è pari al 4% – con una franchigia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario – che sale al 6% per fratelli e sorelle (franchigia di 100.000 euro).
Per i parenti fino al quarto grado e gli affini in linea retta e collaterale fino al terzo grado l’aliquota è sempre al 6%, ma senza franchigia. Aliquota fissata all’8% (anche in questo caso senza franchigia) per tutti gli altri soggetti. Per i portatori di gravi handicap invece è prevista una franchigia di 1,5 milioni di euro, con aliquote variabili in base al grado di parentela.
Come detto, se nell’eredità rientrano immobili vanno pagate anche le imposte ipotecarie e catastali. Queste ammontano rispettivamente al 2% e all’1% del valore degli immobili ereditati. Entro 12 mesi dalla data di apertura della successione bisognerà presentare la dichiarazione di successione. Devono presentarla i chiamati all’eredità, i legatari, gli amministratori dell’eredità e i curatori delle eredità giacenti.
Nella dichiarazione dovranno essere indicate le generalità del defunto e quelle dei chiamati a ricevere l’eredità. Andranno allegate anche la descrizione analitica dei beni e dei diritti compresi nell’attivo ereditario, oltre a eventuali accettazioni o rinunce.
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