I pensionati percettori di trattamento minimo riceveranno nel 2025 importi più alti. Tutto merito della rivalutazione? C’è di più.
In generale la rivalutazione non sarà molto favorevole per i pensionati nel 2025. Ciò non toglie che chi percepisce la pensione minima noterà un nuovo importo che farà sorridere considerando l’aumento.
La rivalutazione delle pensioni scatta all’inizio di ogni nuovo anno e fa riferimento al tasso di inflazione rilevato l’anno precedente. Nel 2024 l’andamento è stato molto diverso rispetto quello del 2023 e del 2022. L’inflazione, infatti, è cominciata a scendere. Ottimo per quanto riguarda il costo della vita e i tassi dei mutui, meno bene per il meccanismo di perequazione. Nel 2025, infatti, si prevede una rivalutazione dei trattamenti molto bassa rispetto alle ultime due percentuali (7,4% nel 2023 e 5,6& nel 2024) ossia solo dell’1,6%.
Questo comporta aumenti irrisori sugli assegni che poco aiuteranno i pensionati ad affrontare le spese che continuano ad essere onerose. Parliamo di 16 euro ogni mille euro fino ad un importo di quattro volte il minimo (unico caso in cui la perequazione sarà del 100%). Discorso diverso per le pensioni minime. Queste sono entrate nell’agenda del Governo, lo ha confermato direttamente la Premier Giorgia Meloni sottolineando l’impegno verso i cittadini.
Tra le priorità del Governo c’è l’aumento delle pensioni minime e dei trattamenti dagli importi più bassi. Lo ha comunicato la Premier ricordando come negli ultimi due anni l’esecutivo abbia lavorato per garantire una rivalutazione piena delle pensioni entro i 2.270 euro per un corretto adeguamento al costo della vita e una perequazione del 120% per i trattamenti minimi.
Forza Italia spinge da sempre su un incremento significativo e annuncia che il partito è pronto ad avanzare diverse serie proposte come uno sgravio aggiuntivo per le pensioni minime e basse. Vivere con 600 euro al mese è impossibile – ha dichiarato il segretario di Forza Italia Tajani – bisogna arrivare minimo a 1.000 euro. Nel 2024 ricordiamo che il trattamento minimo è di 614,77 euro grazie alla rivalutazione aggiuntiva del 2,7%.
Nel 2025, come detto, la perequazione ad oggi stimata sarà dell’1,6%. Significa un aumento di soli 9,57 euro che permetterebbe di arrivare a 608,18 euro al mese. Un incremento insoddisfacente che potrebbe, però, essere diverso se il Governo – come annunciato – interverrà con un provvedimento specifico volto proprio a rialzare gli importi degli assegni minimi. Certamente quota 1.000 è ancora molto lontana ma a piccoli passi i pensionati potrebbero recuperare più soldi sempre che l’esecutivo riesca a trovare le risorse per finanziare gli interventi rivolti alle fasce più deboli della popolazione.
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