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Hai debiti da gioco? In questi casi sei salvo e non devi pagarli

La ludopatia porta numerosi soggetti a indebitarsi a causa del gioco. In alcune ipotesi, però, la legge offre delle straordinarie tutele dai creditori.

La dipendenza dal gioco d’azzardo è una seria patologia che, purtroppo, interessa un numero sempre maggiore di individui. In molti casi, costituisce causa di forte indebitamento, costringendo il giocatore e i suoi cari a enormi sacrifici economici.

In alcuni casi si può non pagare i debiti da gioco (huntermagazine.it)

Oltre ad appositi percorsi terapeutici, la legge prevede degli strumenti per aiutare chi ha debiti da gioco, consentendo il saldo delle somme dovute in maniera agevolata. Per fruire di tali benefici, tuttavia, sono richiesti specifici requisiti e la prova di un elemento determinate. Vediamo in cosa consistono e a chi sono riservati.

Pagamento debiti di gioco: quali aiuti offre la legge?

Per capire quando è possibile non pagare i debiti contratti per ludopatia, è fondamentale precisare che nel nostro ordinamento giuridico non esiste una specifica norma che regoli il gioco. Di conseguenza, i debiti derivanti non possono essere pretesi coattivamente e, allo stesso tempo, chi adempie spontaneamente non può chiedere la restituzione delle somme.

Ci sono diverse procedure per favorire il pagamento dei debiti da gioco (huntermagazine.it)

I debiti di gioco, dunque, non producono effetti giuridici e i creditori non possono esperire alcuna azione legale per ottenere il pagamento da parte dei debitori. In alcuni casi, inoltre, potrebbe applicarsi la normativa prevista per i cd. debiti esenti, ossia quelli contratti da un soggetto incapace di intendere e volere.

Secondo la Corte di Cassazione (sentenza n. 33463/2018), la ludopatia può essere causa di incapacità, se patologica, perché influenza notevolmente la capacità di intendere e volere dei giocatori e il loro controllo agli impulsi. Nelle ipotesi più gravi, tale incapacità viene accertata da appositi esami medici e perizie psicologiche.

La legge, dunque, offre delle tutele a coloro che si sono indebitati per il gioco d’azzardo perché soffrono di una vera e propria patologia. Questi soggetti possono beneficiare di apposite procedure di composizione della crisi, che possono essere richieste a condizione che i debitori dimostrino di essere meritevoli.

Chi, quindi, ha contratto dei debiti per colpa grave non può fruire dei benefici, perché sono riservate a coloro che provano di essere incolpevoli. La giurisprudenza ritiene che la ludopatia rientra tra le cause “esterne” non riconducibili al debitore se consiste in una dipendenza patologica e grave, accertata dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche.

Per accedere alle procedure di composizione della crisi, poi, è utile la partecipazione a un percorso di cura e riabilitazione. Se, tuttavia, manca una condizione patologica, i debiti vanno imputati al giocatore e integrano una colpa grave che esclude le tutele legali.

Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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