La pensione diventa un miraggio: assegni più poveri e requisiti più stringenti

Pessime notizie per i pensionati, costretti a fare i conti con assegni più bassi e con l’innalzamento del requisito anagrafico.

La Riforma del sistema previdenziale è stato uno dei principali argomenti dell’ultima campagna elettorale, ma al momento non ci sarebbero i presupposti per una vera e propria revisione. Addirittura, secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la situazione nei prossimi anni peggiorerà.

taglio pensioni
Le pensioni subiranno un pesante taglio (huntermagazine.it)

Gli italiani, infatti, saranno costretti ad andare in pensione più tardi e a percepire un assegno misero. Se non si agirà in breve tempo, potrebbe esserci un ritorno assoluto alla Legge Fornero, visto che la maggior parte degli strumenti di pensione anticipata scadranno il prossimo 31 dicembre.

L’innalzamento delle aspettative di vita, inoltre, non promette nulla di buono. Quali sono i motivi all’origine di questa problematica?

La Riforma delle pensioni tarderà: gli effetti per i contribuenti saranno devastanti

Il problema principale dell’innalzamento dell’età pensionabile e della riduzione dell’ammontare degli assegni pensionistici risiede nella mancanza di adeguate risorse finanziarie. Al momento, è molto improbabile che il Governo riesca a reperire i fondi necessari per modificare il sistema pensionistico.

riduzione importo pensione
Quali sono i motivi della riduzione delle pensioni? (huntermagazine.it)

Preoccupa non poco la scadenza di misure finora fondamentali per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna. Secondo le indiscrezioni, con la prossima Manovra finanziaria, questi strumenti potrebbero non essere riconfermati.

Le conseguenze della mancanza di risorse pubbliche sono molto gravi perché determineranno un progressivo impoverimento delle pensioni. Per gli esperti, tra il 2010 e il 2070, l’età pensionabile si allungherà di due anni e la differenza tra l’ultimo stipendio e la prima rata di pensione si ridurrà del 25%. Ad esempio, un commerciante che nel 2010 è andato in pensione a 65 anni e 7 mesi d’età e con un assegno corrispondente al 72,1% dell’ultima retribuzione, nel 2070 potrà smettere di lavorare a 70 anni e 2 mesi d’età e otterrà una pensione pari al 47% dell’ultimo stipendio.

L’ultimo rapporto della Ragioneria Generale dello Stato si sofferma anche sul tasso di sostituzione del sistema pensionistico, ossia al rapporto tra l’ammontare della prima pensione e quello dell’ultima retribuzione (per i dipendenti) o reddito (per gli autonomi). Tale elemento sarà molto più sfavorevole per i lavoratori, a causa delle regole del sistema contributivo.

In conclusione, si lavorerà di più e si otterrà una pensione più povera, a causa dell’adeguamento delle prestazioni alle aspettative di vita e della sostenibilità finanziaria, che rappresentano i pilastri da prendere in considerazione per eventuali riforme.

Gestione cookie