Costi conti correnti alle stelle: risparmiatori sbalorditi e risparmi a rischio

Nel 2024 sono aumentati i costi per l’attivazione e il mantenimento dei conti correnti. Cosa possono fare i risparmiatori per non pagare cifre esorbitanti?

Il conto corrente è il principale mezzo usato dai risparmiatori per la gestione del proprio denaro, soprattutto di quello che non è impiegato in particolari forme di investimento. Nell’ultimo anno, però, c’è stata una spaventosa impennata dai costi dei conti.

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I costi per la gestione dei conti correnti sono notevolmente aumentati (huntermagazine.it)

Il fenomeno ha interessato soprattutto alcune categorie di correntisti, che hanno subito un incremento delle spese superiore al 2,12% rispetto allo scorso anno, per un totale di ben 169,79 euro. I prezzi, inoltre, sono saliti non solo per i conti tradizionali ma anche per quelli online.

I fattori che hanno influito negativamente sulle tariffe sono molteplici. Scopriamo in cosa consistono e quali sono i pericoli per i titolari di conti correnti.

Quali sono i motivi dell’aumento dei costi dei conti correnti?

L’aumento delle tariffe dei conti correnti interessa soprattutto i giovani, costretti a pagare il 22,06% in più per i prodotti online e il 5,49% in più per quelli tradizionali. Ma quali sono i motivi alla base di tale variazione?

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Per quale motivo è diventato più caro avere un conto corrente? (huntermagazine.it)

Uno dei principali è l’inflazione, che ha portato a un aumento dei tassi di interesse applicabili da parte della Banca Centrale Europea. Di conseguenza, i mutui e i prestiti sono divenuti molto più cari, mentre gli interessi presenti sulla liquidità dei conti correnti è rimasta quasi invariata, prossima allo zero. Gli effetti dell’inflazione, dunque, non hanno comportato solo un rincaro dei costi dei beni di prima necessità e delle tariffe delle bollette, ma anche dei prezzi applicabili dalle banche per la gestione dei risparmi depositati sui conti correnti.

Altri due elementi che hanno una profonda incidenza sui costi dei conti correnti, poi, sono i tassi passivi sui fidi richiesti alla banca e i tassi attivi versati dalla banca ai correntisti per le somme che vengono conservate sul conto.

La prima tipologia di tassi si applica nel caso in cui un soggetto chieda alla propria banca un fido, ossia un prestito a breve termine. Grazie a una manovra della Banca Centrale Europea, è stato tagliato il tasso passivo, portando a un risparmio dello 0,5% rispetto al 2023. I costi, tuttavia, rimangono elevati e influiscono negativamente sui conti correnti, visto che i titolari possono pagare fino al 13,1% in più.

I tassi attivi corrisposti dalla banca, invece, sono quelli che spetterebbero ai correntisti in base alle somme disponibili presso l’istituto bancario. Quasi sempre, però, i tassi attivi sui conti correnti ammontano allo 0%.

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